Scuola pubblica o privata: come scegliere

Scuola pubblica o privata

Sono antagoniste da sempre. L’istruzione pubblica e quella privata sono sicuramente al centro degli interrogativi dei genitori e delle famiglie che devono (e anche che possono) decidere dove mandare i propri figli. Facciamo quindi un esame ed un’analisi di tutti i pro e i contro sui principali temi.

Costo: Partiamo dal primo e spesso determinante tema che si contrappone tra la scuola pubblica e privata. La prima ha un costo relativamente basso con delle quote di iscrizione che non supera le 200 euro all’anno a cui vanno aggiunti i costi dei libri e quello dei trasporti. Mentre per la privata il costo è spesso elevato che può andare in modo indicativo dai 3000 euro all’anno fino ad arrivare anche ai 10.000 euro. A volte la retta comprende però anche il costo dei libri. Indubbiamente questo rende alcune scuole private appannaggio solo di pochi che possono permettersela.

Strutture, materiali a disposizione e pulizia: Solitamente nelle strutture pubbliche abbiamo spesso materiali ed infrastrutture che sono fatiscenti ed anche vecchi. Molte scuole purtroppo attrezzano in modo apposito alcune aule e laboratori a nuovo solo durante ed in occasione degli open day, quelle giornate in cui i futuri studenti ed i loro genitori possono andare a visitare la scuola. A volte se siamo fortunati potremmo trovare una scuola appena ristrutturata e ammodernata. La scuola privata, che è di fatto un’azienda ha solitamente strutture e materiali sono molto spesse curatissime e anche all’avanguardia.

Qualità didattica: Molto spesso percepiamo che, la didattica sia di misura minore nella scuola pubblica, e questo perché la struttura materiale magari ci inganna. Il docente in realtà che farà didattica non è collegato ai mattoni con cui è costruita la scuola e la sua bravura dipende molto dalla sua preparazione. Di solito quindi sembra che la scuola privata sembra avere docenti di maggiore livello visto che la dirigente ha una maggiore autonomia nello sceglierli e nel controllarli e, se servisse, anche sostituirli. Potrebbe però sorgere un conflitto di interessi tra la libertà che il dirigente genera, ed il docente perde di autonomia didattica non potendo magari lavorare al meglio.

Difficoltà al terminare gli studi: “Prima o poi tutti si diplomano”. Questo sembra essere tendenzialmente vero nelle scuole pubbliche svalutando un po’ il titolo di chi l’ha conseguito studiando diligentemente e seriamente. È anche vero che i docenti spesso non valutano in modo del tutto oggettivo e creano delle valutazioni sull’impegno del soggetto e spesso anche della sua situazione di tipo famigliare. Ricordiamo anche che un professore che promuove non dovrà preparare prove di esami a settembre e non dovrà confrontarsi con genitori non contenti. Nella privata questo paradigma è ancora più mercato: dato che pago vengo promosso, che crea un conflitto di interessi non indifferente. Del resto quale azienda vorrebbe avere un cliente deluso? Oppure quale genitore vorrebbe pagare per poi vedere il figlio bocciato? È anche vero che spesso le classi delle scuole private hanno meno studenti e quindi possono anche essere seguiti con più attenzione e anche con più interrogazioni per recuperare lacune.

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